Titolo:
L'infinito a portata di mano
L'infinito a portata di mano
Author:
Fabio
Fabio
Descrizione
Faccio un passo, ancora un altro e un altro ancora, il mio sguardo è fisso sui miei piedi. Cerco di seguire la traccia marcata che sta sotto di me. Nelle mie orecchie solo il rumore dei ramponi ed il mio respiro affannato, nella mia testa la decisione a non mollare e resistere ancora. La testa mi pulsa... è sicuramente la quota che si sta facendo sentire, ma penso che ormai non deve mancare molto. Sono le 6:40 del mattino, sto marciando dalle 2 e 30 e la meravigliosa cresta del bianco è ormai tutta sotto i miei piedi. Trovo avanti a me un ultimo cambio di pendenza l'ennesimo ostacolo di questo viaggio, non ne posso davvero piú ma non posso mollare. Deciso lo inizio a risalire, una spinta e subito dopo un'altra ancora, ogni sforzo non fa altro che aumentare il mio mal di testa. Il viso dopo alcuni secondi sbuca al di fuori del dosso ed una sferzata di vento gelido di benvenuto mi apre la vista del pianoro sommitale, sono in cima, in piedi sul tetto d'Europa al di sopra ogni monte, di ogni persona di ogni problema. Sento i miei occhi sofferenti cambiare d'espressione, e riempirsi di lacrime. La vista non ha ostacoli se non il confine tra terra e cielo all'orizzonte. Il mio corpo si ferma, riprende fiato e per pochi minuti l'infinito mi sembra davvero a portata di mano.
Faccio un passo, ancora un altro e un altro ancora, il mio sguardo è fisso sui miei piedi. Cerco di seguire la traccia marcata che sta sotto di me. Nelle mie orecchie solo il rumore dei ramponi ed il mio respiro affannato, nella mia testa la decisione a non mollare e resistere ancora. La testa mi pulsa... è sicuramente la quota che si sta facendo sentire, ma penso che ormai non deve mancare molto. Sono le 6:40 del mattino, sto marciando dalle 2 e 30 e la meravigliosa cresta del bianco è ormai tutta sotto i miei piedi. Trovo avanti a me un ultimo cambio di pendenza l'ennesimo ostacolo di questo viaggio, non ne posso davvero piú ma non posso mollare. Deciso lo inizio a risalire, una spinta e subito dopo un'altra ancora, ogni sforzo non fa altro che aumentare il mio mal di testa. Il viso dopo alcuni secondi sbuca al di fuori del dosso ed una sferzata di vento gelido di benvenuto mi apre la vista del pianoro sommitale, sono in cima, in piedi sul tetto d'Europa al di sopra ogni monte, di ogni persona di ogni problema. Sento i miei occhi sofferenti cambiare d'espressione, e riempirsi di lacrime. La vista non ha ostacoli se non il confine tra terra e cielo all'orizzonte. Il mio corpo si ferma, riprende fiato e per pochi minuti l'infinito mi sembra davvero a portata di mano.
Descrizione
Faccio un passo, ancora un altro e un altro ancora, il mio sguardo è fisso sui miei piedi. Cerco di seguire la traccia marcata che sta sotto di me. Nelle mie orecchie solo il rumore dei ramponi ed il mio respiro affannato, nella mia testa la decisione a non mollare e resistere ancora. La testa mi pulsa... è sicuramente la quota che si sta facendo sentire, ma penso che ormai non deve mancare molto. Sono le 6:40 del mattino, sto marciando dalle 2 e 30 e la meravigliosa cresta del bianco è ormai tutta sotto i miei piedi. Trovo avanti a me un ultimo cambio di pendenza l'ennesimo ostacolo di questo viaggio, non ne posso davvero piú ma non posso mollare. Deciso lo inizio a risalire, una spinta e subito dopo un'altra ancora, ogni sforzo non fa altro che aumentare il mio mal di testa. Il viso dopo alcuni secondi sbuca al di fuori del dosso ed una sferzata di vento gelido di benvenuto mi apre la vista del pianoro sommitale, sono in cima, in piedi sul tetto d'Europa al di sopra ogni monte, di ogni persona di ogni problema. Sento i miei occhi sofferenti cambiare d'espressione, e riempirsi di lacrime. La vista non ha ostacoli se non il confine tra terra e cielo all'orizzonte. Il mio corpo si ferma, riprende fiato e per pochi minuti l'infinito mi sembra davvero a portata di mano.
Faccio un passo, ancora un altro e un altro ancora, il mio sguardo è fisso sui miei piedi. Cerco di seguire la traccia marcata che sta sotto di me. Nelle mie orecchie solo il rumore dei ramponi ed il mio respiro affannato, nella mia testa la decisione a non mollare e resistere ancora. La testa mi pulsa... è sicuramente la quota che si sta facendo sentire, ma penso che ormai non deve mancare molto. Sono le 6:40 del mattino, sto marciando dalle 2 e 30 e la meravigliosa cresta del bianco è ormai tutta sotto i miei piedi. Trovo avanti a me un ultimo cambio di pendenza l'ennesimo ostacolo di questo viaggio, non ne posso davvero piú ma non posso mollare. Deciso lo inizio a risalire, una spinta e subito dopo un'altra ancora, ogni sforzo non fa altro che aumentare il mio mal di testa. Il viso dopo alcuni secondi sbuca al di fuori del dosso ed una sferzata di vento gelido di benvenuto mi apre la vista del pianoro sommitale, sono in cima, in piedi sul tetto d'Europa al di sopra ogni monte, di ogni persona di ogni problema. Sento i miei occhi sofferenti cambiare d'espressione, e riempirsi di lacrime. La vista non ha ostacoli se non il confine tra terra e cielo all'orizzonte. Il mio corpo si ferma, riprende fiato e per pochi minuti l'infinito mi sembra davvero a portata di mano.


